consigliato per te

  • in

    L'Italia sbiadita del ciclismo, senza fenomeni a cui aggrapparsi

    Ride and smile è il motto dell’Unione ciclistica internazionale. Per l’Italia, però, da ridere c’è ben poco. Anche se questo Mondiale ha portato il pesantissimo oro di Filippo Ganna nella cronometro, il 10° posto di Caruso nella prova in linea come miglior risultato azzurro sulle strade di casa sembra davvero poco. Vero è che il percorso non si adattava agli azzurri e che il migliore di loro sui violenti strappi da Liegi del percorso iridato di Imola, Diego Ulissi, ha avuto problemi di stomaco nei momenti decisivi. Perfetto, fosse stato al massimo della forma, sarebbe stato Gianni Moscon: ma, appunto, al massimo della forma non era ed è rimasto a casa. Ciclismo LEGGI TUTTO

  • in

    Ciclismo, Mondiali: trionfa la Francia con Alaphilippe. Italiani mai in gara

    Non vincere il Tour da 35 anni è un punto fermo negli incubi dei francesi, ma  da ora in poi il loro sonno sarà un po’ più leggero. Julian Alaphilippe scrosta la ruggine ad un altro tabù, e la Francia vince il Mondiale dopo 23 anni. A Laurent Brochard, che aveva sorpreso tutti a San Sebastian nel 1997, succede Alaf, che sul circuito di Imola non sorprende nessuno. Il suo scatto nel momento topico se lo aspettavano tutti, ma nessuno è stato capace di tenergli la ruota. Vince lui, vince la squadra francese: pronta, sempre dentro la gara a gestire situazioni di tutti i tipi. Alaphilippe parte ad una decina di km dall’arrivo, quando le pendenze di Cima Gallisterna sono più cattive. Wout van Aert, uno dei grandi favoriti della vigilia, perde l’attimo per restargli attaccato. Roba di pochi metri. Van Aert e lì, e con lui Hirschi, Kwiatkowski, Fuglsang e Roglic. Al massimo una quindicina di secondi, ma la fortuna di Alaphilippe è proprio la presenza di van Aert: nessuno lo vuole portare in carrozza ad uno sprint che vincerebbe senza problemi (infatti domina e si aggiudica la medaglia d’argento), e per il francese i giochi sono fatti. Ricapitolando: trionfo Francia, mezza sconfitta del Belgio, delusione totale da parte dell’Italia. D’accordo, non c’erano attaccanti di sfondamento: Nibali ha provato sull’ultima salita ma le gambe non lo hanno sostenuto. Caruso è stato il migliore: decimo, come al Tour. Ma ribadiamo, delusione totale: non essendo tra i favoriti, gli azzurri potevano ‘divertirsi’ a infiammare la gara, magari con azioni impossibili, alla vittorio Adorni, più volte evocato nei giorni scorsi ricordando la leggendaria impresa mondiale, proprio a Imola, nel 1968.  LEGGI TUTTO

  • in

    Ciclismo, l'ItalSicilia all'assalto del Mondiale. Caruso: “Siamo l'anima allegra della squadra”

    IMOLA – Nove giri, 258 km, 5 mila metri di dislivello. Ma come si fa selezione sul percorso del Mondiale di Imola? La gara delle donne ha dato segnali contrastanti: Anna Van der Breggen è partita sulla seconda delle due salite del circuito, quella di Cima Gallisterna, ma non nell’ultimo giro, bensì nel penultimo. 40 km di fuga e il trionfo in solitaria con 1’20” sulla coppia Van Vleuten-Longo Borghini, argento e bronzo. Potrebbe andare così anche tra i maschi. Difficile. Ma non impossibile. L’Italia non conquista l’iride nella gara in linea dal 2008. Anche allora si correva in casa, a Varese e fu doppietta azzurra: 1° Ballan, 2° Cunego. “L’unico risultato buono in un Mondiale è vincerlo”, dice il ct Cassani. I favoriti di Imola però non indossano la maglia azzurra: Van Aert, Kwiatkowski, Alaphilippe, Roglic e Pogacar compagni di squadra in una Slovenia stratosferica, e poi Fugslang, Valverde, Hirschi, Dumoulin. Nibali viene dietro tutti loro, ma è Nibali e, come dice Cassani, “può sempre inventare il numero del fuoriclasse”. Da Cima Gallisterna all’arrivo ci sono 12 km tra falsopiano e discesa. Là serviranno gambe stratosferiche e sulla salita bisognerà aspettare l’attimo esatto dell’attacco. “Ad attaccare presto”, come ha ricordato anche Elisa Longo Borghini “ti bruci”. Damiano Caruso, il regista azzurro, miglior italiano dell’ultimo Tour de France (10° nella classifica finale, uno spettacolare 7° posto nella cronometro della Planche des Belles Filles), ha guardato in tv con attenzione la corsa in linea femminile. Impressioni, anche se dall’hotel del ritiro azzurro, a Riolo Terme? “Percorso durissimo, che farà selezione da solo. Ma l’azione buona potrebbe partire da molto lontano. Non possiamo escludere, che so, anche a 100 km dall’arrivo. Organizzarsi dietro sarebbe complicato”. Quali sono le indicazioni tattiche, quindi? “Dobbiamo arrivare numerosi, noi azzurri, nei momenti chiave. Non abbiamo una punta di assoluto riferimento, quindi dobbiamo lavorare molto di squadra. Capire i momenti, studiare gli avversari. E attenzione: forse non sarà utile fare gara dura. Perché la gara sarà dura già da sola”. Ciclismo LEGGI TUTTO

  • in

    Ciclismo, Mondiali: Nibali sogna di imitare Adorni. Senza favoriti, occhio a van Aert ed agli sloveni

    IMOLA – Imola si prepara a vivere la sua domenica mondiale, la seconda della storia dopo quella, davvero straordinaria, vissuta 52 anni fa. Quel lontano primo settembre 1968 trionfò l’enfant du pays Vittorio Adorni, che coronò con la maglia iridata una fuga di 90 km. Domenica, nella prova in linea Elite, sarà difficile riproporre una situazione analoga, perché il ciclismo del terzo millennio è assai più equilibrato e meno impavido. Tutti si conoscono, si temono e si marcano a uomo. Il gioco di squadra prevale in uno sport individualista per eccellenza.Un percorso lunghissimo, con quasi 5 km di dislivelloResta il fatto che i corridori (partenza alle 9,30) dovranno affrontare una gara lunghissima, su un percorso che misura 258,2 km e propone circa 5 mila metri di dislivello. Un’enormità. Il circuito, lungo 28,8 km, è caratterizzato da due salite impegnative (Mazzolano: lunga 2,7 km, al 6,1% e punte massime al 13%; Gallisterna: lunga 2,7 km, al 6,4% e punte massime del 15%). La partenza e l’arrivo sono stati fissati sull’asfalto della pista dell’autodromo Enzo e Dino Ferrari, che verrà affrontato per 4,2 km in ogni giro (l’anello misura 5.900 metri).Gara impegnativa, poco adatta agli scalatori puriLa prova che chiuderà questo strano Mondiale al tempo della pandemia, che l’Uci ha assegnato in extremis all’Italia, dovrà scegliere il successore del danese Mads Pedersen, che un anno fa trionfò nello Yorkshire. La lista partenti è ampia e variegata, lo è anche il lotto dei favoriti. Ma questa non è una novità. Il percorso è duro e impegnativo, ma probabilmente poco adatto agli scalatori puri, che avrebbero preferito salite più lunghe. La doppia ascesa in ogni giro del circuito iridato è adatta ad atleti esplosivi, di quelli che si fanno valere nelle classiche del nord.Non c’è un vero favorito: fari su Pogacar, Roglic e Van AertI primi nomi che saltano all’occhio sono quelli degli sloveni Tadej Pogacar e Primoz Roglic, rispettivamente primo e secondo al recente Tour, che arrivano dalle strade francesi con una condizione di forma invidiabile. Attesissimo anche il belga Wout Van Aert, che avrà al proprio fianco l’olimpionico su strada Greg Van Avermaet. Occhio al polacco Michal Kwiatkowski, già campione del mondo, e a Michael Matthews, ma solo se la gara non sarà subito dura. Il francese Julian Alaphilippe ha preparato l’assalto alla maglia iridata al Tour de France e spera in un exploit. Lo stesso vale per Alejandro Valverde, che a 40 anni è ancora fra i più combattivi. Anche il danese Jakob Fuglsang, che quest’anno ha vinto il Giro di Lombardia, si candida. Altri nomi caldi sono quelli di Maximilian Schachmann (Germania), Richie Porte (Australia), Tom Dumoulin (Olanda), George Bennett (Nuova Zelanda), Ilnur Zakarin (Russia), Sepp Kuss (Usa).L’Italia spera in Nibali e UlissiL’Italia, invece, si affida all’esperienza di Vincenzo Nibali, che negli ultimi anni ha perso esplosività, ma soprattutto a Diego Ulissi, recente vincitore del Giro del Lussemburgo. Scalpitano Gianluca Brambilla, Andrea Bagioli e Fausto Masnada. La speranza per gli azzurri è di vivere un mondiale da protagonisti. E, perché no, sognare di rinverdire un successo che manca da ormai 12 anni, dal trionfo di Ballan a Varese. Si era in Italia, come oggi. Chissà… Sognare, dopotutto, non costa nulla. LEGGI TUTTO

  • in

    Ciclismo, Mondiale donne: assolo di Van der Breggen. Dominio Olanda, bronzo per Elisa Longo Borghini

    IMOLA – Ormai è quasi una consuetudine. Il mondiale di ciclismo femminile si risolve con una cavalcata delle olandesi. Lo scorso anno Annemiek Van Vleuten aveva dato alla sua azione solitaria connotati da ciclismo d’altri tempi. Passa un anno e Anna Van Der Breggen si adegua, recitando alla perfezione il copione da dominatrice. Nel penultimo dei cinque giri del circuito di Imola, quando mancano 41 km all’arrivo, sul punto più duro della seconda salita (Gallisterna, punte del 15%), strazia il plotone con una accelerazione micidiale. Fa subito il vuoto, poche centinaia di metri ed appare immediatamente evidente che il gradino più alto del podio è già assegnato. Un trionfo, che bissa quello già ottenuto a cronometro ed arricchisce una bacheca ricca in questa stagione anche del titolo europeo. Statisticamente, imprtesa nell’impresa: è la seconda donna a vincere il titolo nella prova in linea dopo aver vinto la cronometro. Prima di lei ci era riuscita un monumento del ciclismo femminile, la francese Jeannie Longo. “E’ stata una gara molta dura, difficile fare la differenza, non pensavo di fare il bis il tracciato era differente rispetto a Quello di Innsbruck. Non me l’aspettavo. Sono molto felice, è incredibile. Un’ottima stagione”, commenta l’olandese. Domina l’Olanda, squadra di straordinario talento. Tante dive che, contrariamente a previsioni maliziose ma non prive di fondamento, non si sono fatte guerra. L’Italia, non così forte comunque, era l’avversaria più accreditata per contrastare le olandesi. E a conti fatti le azzurre hanno fatto bene. Si puntava su Elisa Longo Borghini, che ha risposto con una medaglia di bronzo. Poteva andar meglio, ma le sono mancati due dettagli. Il primo, il più importante: non essere riuscita a tenere sull l’attacco di van der Breggen. Il secondo, il guizzo nella volata a due per il posto d’onore: partiva nettamente battuta con van Vleuten, se la è giocata oltre le previsioni perdendo di un soffio. Onore comunque alla sua avversaria, in gara nonostante la frattura del polso al recentissimo Giro d’Italia. Il quarto posto di Mariane Vos completa il quadro a tinte orange sul circuito di Imola. LEGGI TUTTO

  • in

    Ciclismo, Mondiale: storico Ganna, per la prima volta l'Italia è oro nella cronometro

    IMOLA – Le basi, almeno nell’immaginario collettivo, per una impresa storica, Filippo Ganna le aveva poste nella cronometro che aveva chiuso la Tirreno-Adriatico, dominata a quasi 57 di media. Una decina di km, ma si era capito che la condizione -una cosa che non si inventa- era nettamente superiore a quella dei rivali più accredidati. Delle basi, consolidate lungo i 31,5 km non facili del percorso di Imola. L’Italia del ciclismo per la prima volta si aggiudica una cronometro mondiale grazie al piemontese: si tratta di una competizione abbastanza giovane, che ha visto l’alba solo nel 1994, ma il risultato è comunque da fissare nella memoria. Medaglia d’oro: ci erano andati vicino Andrea Chiurato proprio nella prima edizione e Adriano Malori nel (2015), ma si erano fermati solo all’argento. Ad essere pignoli ci fu un altro italiano che vinse una cronometro mondiale, il leggendario Learco Guerra nel 1931 al Copenaghen: solo che la prova fu comunque classificata come prova in linea.”Era un sogno per me, sono molto contento. Ho avuto un grande supporto dalla macchina, ringrazio il mio team e la Nazionale azzurra, la Federazione. Negli ultimi tempi ho cercato di tenere lontana da me la pressione: sono abituato a vincere titoli mondiali su pista, questo voglio festeggiarlo con la mia famiglia”, sono le prima parole di Ganna da campione del mondo.. LEGGI TUTTO

  • in

    Mondiali ciclismo, Top Ganna all'assalto della crono: “Parto per vincere”

    IMOLA – La cronometro maschile è la migliore occasione che ha l’Italia per entrare nel medagliere dei suoi Mondiali. Filippo Ganna parte con i favori del pronostico nella gara di 31.7 km dall’Autodromo Ferrari a Borgo Tossignano e ritorno. Piatta, per corridori potenti, con alcuni passaggi tecnici. La crono femminile, vinta a 47 orari dall’olandese Anna Van der Breggen, e passata attraverso il terribile incidente occorso all’americana Chloe Dygert, conferma le aspettative della vigilia. Ganna partirà alle 15.52, un minuto e mezzo dopo Tom Dumoulin e uno e mezzo prima del campione uscente, l’australiano Rohan Dennis, suo compagno di squadra alla Ineos. Un anno fa, ad Harrogate, il quattro volte campione del mondo dell’inseguimento individuale su pista chiuse terzo dietro Dennis ed Evenepoel. Ma l’ultima crono corsa da Ganna sui 10 km del lungomare di San Benedetto del Tronto alla Tirreno-Adriatico, autorizza grandi aspettative: lì il 24enne di Verbania, dieci giorni fa, ha dato 18″ a Campenaerts e 26″ a Dennis, volando a oltre 56 orari.Ciclismo LEGGI TUTTO

  • in

    Ciclismo, Mondiali: paura per Chloe Dyger, sbanda in curva e finisce in un fossato

    IMOLA – Paura per Chloe Dygert ai Mondiali di ciclismo scattati a Imola. La 23enne statunitense è stata protagonista di una terribile caduta nel corso della crono femminile, prova in cui era campionessa uscente. Dygert ha perso il controllo della sua bici e al termine di una curva ha sbandato contro il guard rail cadendo in un fossato. Ancora non si conoscono le sue condizioni.La gara è stata vinta dall’olandese Anna Van der Breggen. Sul percorso di 31,7 chilometri con partenza e arrivo situato presso l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari, la 30enne di Zwolle – quattro argenti iridati in carriera e un oro nella corsa in linea nel 2018 – ha coperto la prova in 40’20″14 precedendo di 15″ la svizzera Marlen Reusser e di 31″ la connazionale Ellen van Dijk.Decimo posto per Vittoria Bussi, più attardata Vittoria Guazzini.Mondiali di ciclismo, terribile caduta per Chloe Dygert LEGGI TUTTO