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Ciclismo, il tricolore si vede poco: è polemica sulla maglia di Formolo

Farà discutere, come sempre in questi casi, la maglia tricolore riservata fino a giugno al campione nazionale italiano della corsa su strada. Il veronese Davide Formolo, che a metà della scorsa stagione vinse il campionato nazionale a Compiano, nel parmense, indosserà la maglia della sua nuova squadra, la UAE Emirates, con un tricolore piccolino, in zona costale, oberato di sponsor, ridotto a piccolo dettaglio in una divisa che è più che altro un collage. Il team emiratino aveva riservato lo stesso “trattamento” al tricolore di Fabio Aru, un paio di stagioni fa.

Nella seconda metà della scorsa stagione Formolo utilizzò il tricolore “completo”, sovrapponendolo al neroverde della sua squadra di allora, la Bora-Hansgrohe, dopo esplicita richiesta. Ma il passaggio alla UAE è costato allo scalatore classe ’92, tre vittorie in carriera, la riduzione al minimo indispensabile del vessillo storico e intangibile un tempo, che fu di Binda, Coppi, Bartali, Magni, Gimondi, Moser, Bugno. Da una decina d’anni, invece, il tricolore è terreno di battaglia tra sponsor aggressivi e corridori che mai vorrebbero farne a meno. Rimane storica l’orribile maglia Katusha col Cremlino stilizzato con i colori della bandiera italiana riservata a Filippo Pozzato. O altre soluzioni al ribasso cui anche Nibali fu costretto nei suoi anni all’Astana. Elia Viviani, l’ultimo campione italiano prima di Formolo, aveva ottenuto dalla Deceuninck-Quick Step una maglia totalmente tricolore. Formolo per ora deve fare buon viso a cattivo gioco.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/sport/rss2.0.xml


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